mercoledì 2 luglio 2014

Quattro Colori (di Davide Mana)


Quattro Colori

di Davide Mana 

Moonbase Productions

30 pagine, 0,99 euro








Sinossi

E' la notte peggiore della tua vita. 
Raggiungi uno sgabello come un naufrago che abbranchi un salvagente e ti afflosci sul cuscino foderato di nappa rosa, i gomiti sul bancone, ad allentare un po' la tensione fra le scapole. 
Ordini un doppio malto. 
Lo specchio oltre le bottiglie e la macchina di rame e ottone per l'espresso all'italiana ti restituisce il riflesso di una maschera dalle fattezza volpine, rughe attorno alla bocca, l’unica parte del tuo volto, col mento mal rasato, che il cappuccio nero lasci scoperta. 
Il corto mantello, nero come la maschera, non fa nulla per slanciare il tuo corpo massiccio e appesantito dagli anni, e lì sul tuo trespolo, infagottato come una ranocchia zoppa, un gran cinturone pieno di tasche, ed una specie di pistolone in un fodero chiuso, il tutto allacciato attorno ad una pancia da bevitore di birra, ti vedi un po’ ridicolo e molto, molto ubriaco. 
Il barista ti guarda circospetto. 
“Io non sono sempre stato così, sai?”

Commento

Davide Mana dimostra che è possibile scrivere un racconto di supereroi senza infilarci nemmeno una scena d'azione.
E Quattro Colori funziona molto bene, così come è impostato: un mix tra flusso di pensieri, monologo, dialogo e flashback.

In questo racconto ci sono echi degli Watchmen a fumetti, ma anche delle dime novel, del pulp degli anni '40 e della golden age del fumetto supereroistico.
Attraverso i ricordi del protagonista, un ex eroe mascherato invecchiato male, dimenticato da chi lo idolatrava, abbandonato dalla donna (a sua volta combattente in costume), Mana ci porta su una giostra che ripercorre idealmente le varie epoche della narrativa supereroistica: dai giustizieri mascherati ai metaumani in sgargianti costumi, fino ad arrivare al supereroe inteso come soldato d'élite del governo, magari tendente un po' al fascismo.

C'è molta ironia e non poca malinconia, in Quattro Colori. Il racconto va giù che è una meraviglia, accompagnato dai quattro cocktail a cui fa riferimento il titolo.

Ambientazione affascinante (spiegata brevemente in appendice). Ci piacerebbe vederne altri scorci...


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