giovedì 23 ottobre 2014

Adam Wild (1): Gli Schiavi di Zanzibar (di Gianfranco Manfredi e Alessandro Nespolino)



Adam Wild (1): Gli Schiavi di Zanzibar

di Gianfranco Manfredi e Alessandro Nespolino

98 pagine b/n, 3,30 euro












Sinossi

A Zanzibar la tratta degli schiavi è stata ufficialmente abolita, ma il traffico di esseri umani continua clandestinamente. Adam Wild è lì per eliminarlo. In molti congiurano per ucciderlo. Congiurare è un conto, riuscirci è un altro. Non è saggio fare arrabbiare Adam!

Commento

Adam Wild è la nuova testata mensile a fumetti di Bonelli Editore.
Un ritorno all'avventura classica, nello scenario dell'Africa Nera, tra mercanti di schiavi, esploratori, parvenu, soldati e principesse indigene.

Per molti prevenuti Wild doveva essere l'ennesimo buco nell'acqua di Bonelli, a quanto pare incapace di intercettare i lettori delle nuove generazioni. In realtà il numero uno, Gli Schiavi di Zanzibar ha in gran parte smentito sospetti, previsioni e presunzioni.
Adam è un eroe vecchio stampo, è vero, ma ha molte più sfaccettature di un Tex Willer tutto d'un pezzo. Scozzese dai metodi spicci, amante dell'alcool, spietato quando è necessario, capace di imbrogliare e di mentire, Wild è un personaggio che riserva molte sorprese.

Il contesto dell'Africa del 1800 è esotico e affascinante, ben tratteggiato nelle sue contraddizioni e ottimamente disegnato da Alessandro Nespolino.
Comprimari e villains sono ottime "spalle" dell'eroe, e promettono sviluppi interessanti per il futuro. Questo discorso vale soprattutto per la principessa bantu Amina, liberata da Adam da una nave schiavista. Se, come pare, diventerà la compagna del protagonista della saga, sono certo che lo sarà in modo assai diverso da tante altre eroine del fumetto italiano.

Gli Schiavi di Zanzibar è un ottimo primo volume di una saga che vale la pena seguire. 
A dimostrazione che i giudizi prevenuti sono spesso fondati su idiozie e antipatie personali.

1 commento:

  1. Fa piacere sapere che questo numero uno sia interessante. Non seguo molto la Bonelli, non perché la detesti (sono abbastanza distante dal discorso che ora va per la maggiore: "Ma non si innovano mai"), più che altro non mi piace molto l'idea del volume auto-conclusivo: non riesce a farmi affezionare alla serie. Per non parlare del fatto che non posso seguire ogni serie che vorrei seguire, che sia Bonelli o meno.

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